mercoledì 15 aprile 2020

LA PUNTA DELL' ICEBERG

Parliamo di Sam Chiam. Anzi, iniziamo parlando di "forme". Nei vari sistemi che ho praticato, prima di arrivare all' Hek ki boen le "forme" venivano e vengono usate come compendio tecnico, da una parte, e come sintesi dei principi utilizzati nel sistema in questione dall'altra. Sia ben chiaro che come "forma" intendo anche tutte le sezioni possibili, in quanto sono anche quelle strettamente codificate. Da qui la "corsa" che più o meno abbiamo fatto tutti per avere la forma in più, la sezione in più, il pezzettino in più di un sistema piuttosto che di un altro per aumentare il bagaglio tecnico...perché è ESCLUSIVAMENTE questo che aumenta. Volete chiamarle "skills"? Come vi pare. Comunque fino a qui, niente di male, assolutamente. 

Anzi vorrei chiarire il mio assoluto rispetto per chi si allena e si dedica (magari da una vita)  a portare avanti altri lignaggi con serietà e buoni risultati.

Purtroppo Hek Ki Boen non funziona così. È vero che Sam Chiam è il motore, ma purtroppo senza un insegnante che la conosca e ti guida, il motore non lo trovi. Anche perché esistono vari livelli di Sam Chiam, ed altre forme nel curriculum HKB altrettanto valide, questo per informarvi che altri insegnanti arrivati in Italia dall'indonesia, non hanno la formazione ricevuta e dimostrata da SuKong Lin. Oltre a questo, ci tengo ad informare i signori viaggiatori che una maglia gialla, rossa o blu, non vi da automaticamente la conoscenza, in senso anatomico, del corpo. Purtroppo abbiamo un sistema nervoso che, se non addestrato in profondità alla  biomeccanica utilizzata in Hek Ki Boen riporta il corpo (soprattutto sotto stress) su schemi pregressi e già "scritti". Putroppo o per fortuna siamo fatti per sopravvivere, il nostro sistema ci manda "sul sicuro" e permette poche improvvisazioni in caso di necessità reali. In soldoni, se praticate un sistema in connessione, con movimenti spinali, anche minimi, e pensate che Sam Chiam sia la forma segreta che vi darà un valore aggiunto, non illudetevi, non vi servirà. In fondo troverete la "road map" in Hek Ki Boen, purtroppo non siamo solo una forma.

Conosco poche persone che hanno intrapreso una strada, portandola in fondo seriamente, senza fare un "misto frutta" di roba a volte incoerente. Aumentiamo il livello, invece di abbassarlo, perché purtroppo, nel mondo Wing-ecc.. il livello medio è molto più basso che in altri sistemi di striking.
Buona pratica! 

mercoledì 11 aprile 2018

CORSO ICP 7-8 APRILE

Con tre giorni di ritardo pubblico qualche riflessione sul corso ICP appena trascorso: due giorni intensi, due giorni di pratica profonda, affrontata con grande entusiasmo da tutti gli ICP, ognuno per il proprio livello. Il lavoro da fare è tanto, in quanto l'hek ki boen non è un sistema tecnico (nel senso di non costruito su sequenze di tecniche, sezioni ecc..), e portare il corpo a comprendere un nuovo modo di muoversi non è sempre così immediato...anche perché sennò non staremmo sul tatami a sudare! Nella giornata di domenica siamo scesi nello specifico della strategia di combattimento da continuare a studiare durante le  sessioni di sparring. Insomma tanto sudore, tanto entusiasmo e tanta voglia di crescere e far conoscere questa stupenda disciplina! Go to the next level!


lunedì 15 gennaio 2018

Armi e allenamento…poi c’è HKB

L’utilizzo delle armi si perde nella notte dei tempi, essendo state utilizzate da sempre per cacciare , quindi sopravvivere, ed avere la possibilità di difendersi da animali (uomini compresi) più grossi e prestanti. Gli elementi di lotta e combattimento a mani nude si sono evoluti successivamente. Divenne necessario sapersi difendere senza armi per motivi di sopravvivenza, come nel caso di perdita delle stesse sul campo di battaglia, oppure per  motivi “politici”, come in giappone, in cui venne proibito portare armi alla corte dello shogun.  La durata del periodo medioevale, ha inciso sulla conservazione degli stili di combattimento in modo significativo, infatti il motivo per cui le arti di combattimento orientali sono arrivate quasi integre fino ai giorni nostri è essenzialmente perché il medio evo orientale è durato più del nostro, contribuendo al radicamento culturale ed alla conservazione di queste discipline.
In alcuni sistemi è stato conservato (come forma) l’utilizzo con armi pesanti, tipo mazze ferrate, mazze chiodate ecc… che oltre ad avere un utilizzo in guerra per riuscire ad arrecare danni anche ai soldati con armatura, hanno un effetto benefico sul corpo, ovvero la decompressione delle articolazioni e uno sviluppo in forza elastica dei tessuti, muscoli, legamenti, annullando il riflesso artro-cinetico. Il riflesso artro-cinetico è la risposta sistemica del nostro corpo alla compressione di una articolazione: maggiore è la compressione, minore sarà la forza. L’utilizzo di armi più leggere permette di “liberare” l’articolazione in tutti i gradi di libertà dell’articolazione stessa, oppure di mantenere e rinforzare i piani di movimento preferenziali dello stile che stiamo praticando.
E se tutto questo fosse possibile con il proprio corpo? In HKB parliamo spesso di “frusta e peso”. Frustare (senza arrivare al limite delle articolazioni, per non provocare microtraumi che nel tempo si traducono in lesioni più gravi) ha lo stesso scopo: decomprimere l’articolazione. Mettere il peso, oltre a dare ai colpi una profondità diversa, aumenta ancora di più la decompressione, aumentando proporzionalmente la forza elastica. Ecco perché in HKB ci muoviamo nel medesimo modo, con armi e senza (chiaramente cambiano altre cose) e l’utilizzo delle medesime non è riservato agli eletti, ma una volta capita la biomeccanica corretta, può essere aperto a tutti, motivo in più per praticare questo sistema di kung fu.



martedì 11 agosto 2015

"Tratta bene il tuo corpo, è l'unico posto che hai per vivere" (A.Laturo)

Spesso e volentieri nel mondo del Kung Fu, ma delle arti marziali in generale, si sente parlare di leggende che narrano di qualità straordinarie raggiunte da maestri del passato. Che siano vere o no, che ci si creda o no, si perde il punto importante da cui tutti i praticanti, da millenni, sono partiti: il nostro corpo. Tutto il sistema HKB è incentrato sul portarci ad avere una conoscenza profonda di ogni parte del nostro corpo per utilizzarla in modo economico ed efficace. Lo stesso Gran Master The Kang Hay, raccontava di quanto si allenava fin dalle prime ore della mattina per rinforzare il suo corpo e quanto allenasse l'HKB in ogni suo singolo aspetto, cosa che GM Kenneth Lin ha rispettato fino in fondo ed ha trasmesso a i nostri Suhu Riccardo Di Vito e Gianluca Giusto.  Il resto è sicuramente un bellissimo obbietivo, al quale ci si può avvicinare anche con la "sola" pratica giornaliera, senza arrivare a speculazioni da "meditatori trascendentali". Di praticanti "marsupiali" e fuori forma è già pieno il mondo, HKB è concepito per l'esatto contrario.


mercoledì 17 giugno 2015

HKB e mobilità articolare

La mobilità articolare è la capacità di muovere una articolazione o un gruppo di articolazioni per tutto il loro range di mobilità (ROM: range of movement) senza limitazione nè dolore. Lo sviluppo di questa capacità contribuisce in diversi modi al benessere fisico, in quanto garantisce una funzionalità delle articolazioni anche in età avanzata sfavorendo la formazione  di calcificazioni, aiutando a mantenere una corretta postura e a prevenire infortuni a carico del sistema muscolo tendineo e articolare. Analizzando i movimenti e le posizioni dell'Hek Ki Boen, si può facilmente vedere come lo sviluppo della mobilità sia un cardine di un sistema antico e di come alle radici ci sia un profondo studio della funzionalità e della conservazione del corpo. 
Volendo fare alcuni esempi, Nji Ci Bok yang Bhe oltre al lavoro muscolo tendineo, contribuisce anche ad aumentare la mobilità dell'articolazione tibio-tarsica (caviglia) e della parte lombare della schiena, per mantenere una postura corretta; Ti Sa kak bhe, lavora sulla mobilità di tutte le articolazioni delle gambe compresa quella coxofemorale (anca); Goan bhe ci aiuta, oltre che a sviluppare equilibrio e corretta postura, anche nella mobilità della spina dorsale dalle lombari (parecchio bistrattate ai giorni nostri) alle vertebre dorsali. 
Tutto questo, rende l'Hek Ki Boen un sistema non solo di combattimento, ma anche una fonte di  benessere psicofisico fin dall'inizio della pratica.